Un’immensa distesa innevata, un cielo terso e di un azzurro vivo, la luce quasi abbacinante e il calore del sole calabrese, ci hanno scortato oggi nella nostra escursione, con gli sci di fondo, lungo la valle del torrente Ciricilla. Moltissime volte ho percorso la strada che da Ciricilla, costeggiando la valle, arriva fino a Berberano, ma mai in questo periodo e con tanta neve. Siamo stati subito sedotti da uno scenario affascinante: oltrepassato il primo tratto di strada, la prima impressione che ho avuto è stata quella di entrare in un’immensa e luminosa cattedrale. E più ci allontanavamo dalla carrozzabile più si faceva forte quella sensazione di essere riusciti ad oltrepassare una barriera, di avere sfondato un muro e di essere penetrati in un luogo abitato dal sacro.Immersi in quello spazio sterminato, dove il silenzio veniva rotto solo dal rumore degli sci sulla neve, abbiamo percorso quasi per intero la conca valliva, fino a quando il corso del torrente non ci ha sbarrato il cammino. Dopo un breve fuoripista, che ci ha portati sulla dorsale che separa la Valle del Ciricilla da quella del Tacina, abbiamo ripreso la via del ritorno, che in breve tempo ci ha ricondotti al punto di partenza. Non so se esista Dio, ma il percorso di oggi a Ciricilla è stato per me una tappa nel mio cammino personale alla ricerca del senso delle cose, una sorta di preghiera laica, un pellegrinaggio medievale in una stupenda cattedrale, con le volte dipinte d’azzurro e il pavimento di neve, un modo come un altro per coltivare la mia anima.