Nella “Riserva naturale Gariglione – Pisarello”

… Questa catena di montagne, campata nel centro della regione,…è unica non soltanto in tutto il mezzogiorno italiano, ma in tutto il mezzogiorno mediterraneo…quello che resta dei boschi silani, poco per l’economista, abbastanza per il turista, supera certo di splendore i boschi svizzeri o trentini”. (Giuseppe Orioli (1884-1942) nel suo libro “In viaggio”)

    Fin dai tempi remoti la Sila è stata considerata una delle più importanti foreste d’Italia e  la sua natura lussureggiante e varia permette, a  chi la visita a piedi, di sentirsi in contatto diretto con i suoi elementi  primordiali. 

Il nostro è  stato un  viaggio nel patrimonio floristico – naturalistico di grande valore scientifico, ogni passo una pagina di libro aperto della natura, guidato e raccontato dal socio esperto in botanica Ciccio Iiritano. Il cammino inizia dal piccolo laghetto di Tirivolo, località del comune di Zagarise (CZ) nata intorno agli anni ‘30 del secolo scorso come villaggio di sosta e accampamento per gli operai delle industrie boschive, in particolare tedesche, e per i carbonai.

    In questi luoghi, secondo studi fatti dal prof. Stefano Montanari, si respira l’aria più pulita d’Europa, così pura da essere paragonata all’aria del Polo nord. Numerosi erano gli alberi secolari di pino laricio, faggio, abete bianco che vennero, purtroppo, abbattuti tra la fine dell’800 e i primi decenni del ’900. L’unico esemplare  rimasto era il “Prometeo”, aveva 800 anni, bruciato da ignoti nel 2001,  “probabilmente” da qualcuno contrario all’istituzione del Parco Nazionale Sila. Dalle dimensioni colossali, era ritenuto il più grande abete d’ Europa, misurava 35 mt di altezza e un tronco con circonferenza di 10,20 m. Oggi a terra si trovano i resti.

 Il nostro viaggio è proseguito lungo ampie vallate ricoperte da fioriture di asfodeli,  scille bifolie, orchidee selvatiche, narcisi, Hedysarum coronarium (sulla), intervallato da passaggi in boschi d’alto fusto di faggio e abete bianco.

 Il tour si è concluso con la condivisione del pranzo presso il nostro rifugio “Leone Grandinetti” del Cai Catanzaro, a cui hanno partecipato due amici escursionisti in visita tra le montagne silane, si sono fermati da noi per informazioni e non hanno rifiutato il nostro invito. La Calabria è anche terra di grande ospitalità. Un saluto a Matteo di Cesenatico e Marco di Padova.

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