Oggi siamo insieme agli amici del Cai Giarre, lungo il “sentiero del Tracciolino” che si snoda tra Palmi e Bagnara, sulla “costa viola” calabrese. Si parte da monte Sant’Elia di Palmi, luogo  celebre fin dal X secolo per l’esistenza di alcuni conventi di monaci basiliani, uno di questi venne fondato nell’anno 884 da sant’Elia di Enna. Tra castagni e lecci, raggiungiamo il sentiero del “Tracciolino”.  La foschia nasconde gran parte del panorama che è possibile ammirare nei giorni di maestrale, e ci accontentiamo del poco visibile: la parte meridionale della Calabria fino a Scilla, lo stretto di Messina, la costa orientale della Sicilia e le numerose calette raggiungibili solo via mare. Il sentiero è percorribile tutto l’anno, anche se la primavera ha qualcosa di unico: si cammina tra felci, orchidee, margherite, ginestre, sambuco, rosa canina, biancospino, anemoni, finocchio selvatico e altre piante spontanee della macchia mediterranea. Levando lo sguardo verso il cielo, lo spettacolo delle cicogne nere in migrazione verso il nord Europa, e ancora poiane, gheppi, corvi imperiali, abitanti degli anfratti rocciosi del promontorio. Lungo il percorso i ruderi di costruzioni, muretti a secco denominati “armacìe”, ponti, terrazzamenti realizzati anticamente dagli agricoltori. Giunti a Ceramida, frazione di Bagnara, si scende per il “sentiero dei francesi”, così chiamato in quanto all’epoca di Bonaparte, i militari francesi scavarono un tunnel nella roccia che affaccia sul mare, dotandolo di cannoni per difendere dalla flotta Inglese il porticciolo di Bagnara. Dopo 7 ore di cammino, l’escursione termina con l’ultimo spettacolo del giorno:  il tramonto, che lascia tutti senza parole.

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