Le Valli Cupe, definite dal naturalista belga John Bouquet “il segreto meglio custodito d’Europa” è un’area protetta che si estende per 650 ettari nella presila catanzarese il cui nome deriva dal francese “cupè” (tagliato, bucato), per la sua particolare conformazione geologica. Istituita nel 2016 riserva naturale regionale, comprende i comuni di Sersale, Zagarise, Cerva, Cropani e la sua storia ha origini in tempi ben più lontani, grazie all’intraprendente botanico Carmine Lupia, che con alcuni amici avvia un progetto di valorizzazione dei luoghi per creare uno sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale dell’area. Dalle loro abili esplorazioni, studi, scoperte oggi è possibile visitare canyon, gole, monoliti, piante secolari, cascate, antichi borghi e monasteri dalla storia misteriosa e affascinante, rarità botaniche come la woodwardia radicans, musei e tanto altro.

Il nostro cammino ha interessato i Giganti di Cavallopoli, alberi di castagno ultrasecolari tra spicca “il Malandrino”, così chiamato in quanto produce pochi frutti in rapporto alla sua mole; il “Gigante buono” castagno della veneranda età 500 anni, che al contrario dell’amico Malandrino è stato molto più generoso, in quanto capace di sfamare le popolazioni locali per generazioni, tanto da essere eletto “albero del pane”; con la farina dei ricchi frutti si producevano pane e gustosi ricchi dolci.

I nostri passi hanno raggiunto il leggendario fiume Crocchio, anticamente chiamato “Arocha”, con le singolari “cascatelle di Cavallopoli”, contornate da imponenti blocchi di granito ricoperti da felci e dal verde muschio che rendono il luogo particolarmente suggestivo. Lungo le sponde del fiume ecco il monolito “Pietra Aggìallu”, nome dialettale di Pietra dell’uccello, alto circa 18 metri, la cui forma ricorda il profilo della testa di un uccello. Su questo suggestivo masso di granito sono legate antiche memorie orali, tra cui quella di custodire al suo interno un vaso di terracotta con un ricco tesoro oppure aggirandosi attorno al monolito può capitare di incontrare una chioccia con una nidiata di pulcini d’oro. Mi sono promesso che tornerò per spostare il masso e trovare il tesoro ! Vi aggiornerò.

Dal punto di vista geologico il monolito è costituito da pezzi sovrapposti di granito, probabilmente derivanti da un unico grande blocco successivamente spezzato in più punti in conseguenza delle spinte operate dai movimenti che nel tempo subisce la crosta terrestre e che in Calabria sono particolarmente accentuati.

L’esplorazione si è conclusa all’albero del pane, il castagno di 5 secoli, ringraziando la natura per averci raccontato che i veri tesori non sono materiali, ma la bellezza che ancora esiste in alcuni luoghi e riesce a emozionare.

Marco Garcea – Accompagnatore Sezionale di Escursionismo