Da Villaggio Mancuso all’abbazia di Peseca, alla scoperta del sentiero del monachesimo. Il sito dell’antico monastero basiliano di “Peseca” , risalente al 970, con il campanile e i ruderi del cenobio dove vivevano i monaci d’oriente, si trova in una posizione strategica, su uno sperone roccioso a strapiombo sulla confluenza tra il Fosso Peseca e il torrente Litrello. Per centinaia di anni il suono delle campane ha richiamato pellegrini e devoti fin quassù, almeno fino al 1783, quando il disastroso terremoto ne decretò la fine. Risiedeva una scuola laicale di metafisica, uno scriptorium per la trascrizione e divulgazione di testi antichi e l’Abate Archimandrita, capo degli abati basiliani. Grazie a questi monaci, la Sila e i centri vicini trassero grande vantaggio, divennero delle vere e proprie aziende dedite ai prodotti della pastorizia, del bosco, della pece, dell’agricoltura montana. Gli abati erano bravi ad amministrare le immense risorse silane e assicuravano, oltre ai valori dello spirito, lo sviluppo del territorio. E insieme agli amici della Uisp Catanzaro, Moving Emotions di San Pietro Apostolo e Gaia di Lamezia Terme siamo tornati indietro nel tempo e rivivere i ricordi della storia millenaria di questi luoghi silani.

Insieme alla scoperta del sentiero del monachesimo
Il campanile dell’antico sito dell’abbazia di Peseca
Lungo il sentiero del monachesimo
Lungo il sentiero che parla di storia e cultura del monachesimo