Quattro giornate nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: un viaggio escursionistico intenso inserito nel nostro programma sociale 2024 e pianificato dalla lunga esperienza dell’organizzatore Francesco Pezzo della sezione CAI di Catanzaro.
L’avventura inizia con la visita alla Casa Museo di Palazzo Sipari a Pescasseroli: un tuffo nella storia del territorio abruzzese e del Parco.
Erminio Sipari nel 1923 scriveva “ sappiano le genti del Parco che una luce interiore anima tutti noi nell’accingerci a sciogliere man mano le difficoltà inerenti alla realizzazione del parco della Media Italia ……perché si schiudano agli occhi degli studiosi e del popolo di tutto il mondo le celate bellezze e i nascosti gioielli di questo tesoro della natura” (1923 Carta del Parco Nazionale d’Abruzzo).
E così è stato per tutti noi!
Dopo esserci nutriti della storia della famiglia Sipari e del loro fattivo operare per la nascita e la costituzione del PNALM, ci siamo immersi in uno scrigno di indicibile bellezza naturalistica e paesaggistica.
Venerdì 5 luglio il gruppo parte alla volta della prima escursione: Anello della Val di Rose-Forca Resuni-Valle Jannanghera, accompagnati dalla decennale esperienza di Italo, guida di Opi.
L’escursione, bella tra le belle del Parco, inizia con una prima impegnativa salita per la Val di Rose; ad un certo punto ecco la faggeta, fresca ed accogliente, il cammino diventa particolarmente piacevole tra alberi secolari e sottobosco prezioso.
Durante il camminare tutti si aspettano di intravedere la sagoma scura del famoso Orso Marsicano, ma lui non si mostra: ci sono però i resti del suo quotidiano errare!
Il grande mammifero ama questa faggeta dove trova il suo cibo invernale, ma oggi probabilmente cerca altrove aulenti bacche estive.
Usciti dal bosco, intorno ai 1700 m., si ci ritrova in un ambiente del tutto diverso, simile ad un anfiteatro che offre allo sguardo pareti rocciose e ghiaioni.
Il gruppo ora è silente: attende di avvistare il Camoscio Appenninico!
La Rupycapra pyrenaica ha rischiato l’estinzione , oggi vive solo sulla montagna del Parco d’Abruzzo, sulle Vette della Majella e del Gran Sasso.
Il “camoscio più bello del mondo“ non si offre alla nostra vista, ma ci piace immaginarlo, insieme ai suoi piccoli, nelle pieghe delle pareti di “pietra gentile” che accompagnano in lontananza il nostro andare.
Arriviamo al Passo Cavuto 1944 m. e sulla Cresta della Camosciara che regalano un panorama di sublime bellezza; infine il gruppo, percorrendo un breve traverso, arriva al Rifugio di Forca Resuni a 1952 m. per un meritato breve riposo.
Un momento conviviale e poi nuovamente zaino in spalla senza non prima ammirare il Pinus mugo, relitto glaciale le cui gemme vengono utilizzate per scopi officinali così come tante altre piante spontanee del Parco.
È tempo di completare l’anello scendendo per la Valle Jannanghera: ancora splenditi faggi dal fusto alto e chiome ampie, ci fermiamo presso la sorgente omonima e il fresco della sua acqua ci rinvigorisce e ci rende pronti per l’ultimo tratto della discesa.
Arriviamo a Civitella Alfedena e lì ci attende un’altra emozione:
“ In bocca al lupo….…EVVIVA il lupo”.
Il Museo del Lupo è stato istituito nel 1976, contestualmente all’area faunistica quale fronte di difesa del lupo appenninico, ha una funzione divulgativa e formativa: conoscere la storia e le caratteristiche di questo splendido animale, ci aiuta a tutelarlo e a preservarlo dall’estinzione.
Sabato 6 luglio ci attende la seconda escursione: Anello di Lago Vivo di Barrea.
Iniziamo percorrendo una dolce salita che ci porta al sentiero CAI K4, il cielo del mattino è terso e dopo un breve cammino , ecco il primo regalo della giornata: un Capovaccaio dalla grande apertura alare, perlustra il territorio in attesa della sua preda, paziente insiste sulle nostre teste con ripetuti voli concentrici sfruttando le correnti ascensionali. Noi lo osserviamo affascinati, scorgiamo il bianco e il nero del suo piumaggio. L’esemplare, elegante ed impavido, indugia nel cielo sopra di noi, poi continua la sua perlustrazione sottraendosi ai nostri sguardi ammaliati.
È tempo di proseguire, ci aspetta la faggeta della Valle dell’Inferno.
Ma prima di inoltrarci nel fitto della vegetazione, la terra d’Abruzzo ci offre un altro splendido dono.
Ancora su di noi uno spettacolo unico: tre giovani aquile volano leggere in un girotondo festoso, sicure di loro stesse si lasciano osservare e fotografare. Non ci sembra vero! Questo splendido ambiente biodiverso ci ha accolti come ospiti attesi, noi siamo riconoscenti e proseguiamo l’escursione accompagnati dal sole e dal vento delicato del mattino.
Ben presto arriviamo sulla soglia della faggeta della Valle dell’Inferno: osserviamo tante specie arboree e arbustive; ad un certo punto davanti a noi uno spiazzo con visuale mozzafiato. Sostiamo per qualche minuto, di fronte a noi, in prima fila, profilo di Terra d’Abruzzo, dietro profilo di Terra di Molise. Proseguiamo, non prima di abbassarci per ammirare un solitario ma vanitoso “giglio aranciato”.
In costante salita percorriamo un sentiero sassoso che attraversa la morena di un antico ghiacciaio, ci inoltriamo nel fitto del bosco di faggi alti e rigogliosi inframezzati da formazioni di “pietra gentile”.
Camminiamo e incontriamo numerose bancate rocciose dalla stana forma; lungo il cammino un’Effige della Madonna delle Grazie, oppure detta del Buon Passo, ci dà strada; finalmente il sentiero ci porta al punto più alto del percorso 1656 metri, quindi inizia la discesa che si conclude presso la Conca del Lago Vivo di Barrea racchiusa dalle pareti rocciose del Monte Petroso e Monte Altare.
Il Lago Vivo 1591 m. purtroppo è secco, solo in primavera è presenta l’acqua; noi però non rimaniamo del tutto delusi !
Ci avviciniamo alla “ Fonte degli Uccelli”, una sorgente che garantisce acqua per tutto il periodo, sia ai viandanti, sia agli animali del Parco.
Sostiamo in allegria godendoci il panorama circostante che sembra abbracciarci, poi di nuovo in viaggio per il sentiero del ritorno: in breve tempo scendiamo attraversando un’altra splendida faggeta fino ad arrivare alla Sorgente delle Donne, poca altra strada ancora e anche oggi abbiamo concluso la nostra avventura.
Rientriamo ad Opi, accogliente ed affettuosa, in tempo per fare una passeggiata nel Borgo insieme all’ex Sindaco che ci fa vedere i tesori racchiusi in quel piccolo scrigno; cena e poi un festoso brindisi di buon compleanno per la nostra cara socia Lia.
Domenica 7 luglio non mettiamo gli scarponi bensì scarpe comode: andiamo a spasso per il paese di Scanno; la guida, con i suoi racconti, ci fa ritornare nel passato di un Paese popolato da gente fiera e lavoratrice.
L’economia legata alla presenta di numerosissime greggi, caratterizzava la vita del paese e dei suoi abitanti.
Gli uomini, giovani ed adulti, partivano in transumanza con le greggi a fine settembre per far ritorno i primi di giugno, con loro portavano la contentezza del rientro a casa ma anche impressioni artistiche e culturali della terra di Puglia dove sostavano per tanto tempo.
Ed ecco andando per il Borgo, il Barocco Abruzzese di tante chiese, i numerosi splendidi portali, testimonianza di una opulenza antica legata all’economia armentizia, le Arcate e la Porta d’ingresso al Paese, sopravvissuta alle tre presenti in origine, si offrono ai nostri occhi.
Che dire, abbiamo quasi concluso il nostro andare per terra d’Abruzzo, non prima però di far visita al Lago di Scanno e alle Gole del Sagittario.
Andiamo via con l’Abruzzo nel cuore e con un ringraziamento speciale al piccolo Borgo di Opi che ci ha accolto affettuosamente rendendo il nostro soggiorno piacevole e confortevole.
Caterina Vigliaturo
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